Giovane Cagliostro (2022) è il primo EP di Vinnie Marakas per Dischi Sotterranei. Synth galleggianti, ritmiche dance e bassi funk, reminiscenze acid house o della golden era della scena elettronica francese, con linee vocali malinconiche in cui sono riconoscibili gli influssi del cantautorato italiano più “scarmigliato” (tra gli altri: Fanigliulo, Ferretti, Jannacci, passando per gli Squallor e forse un certo Battiato anni ‘80). Riferimenti letterari, allegorie e visioni oniriche corroborate da un immaginario decadente e surreale. Un genere poliedrico, ibrido, che potremmo chiamare ‘ITALIAN TOUCH”, in cui più urgenze espressive chiedono il proprio spazio vitale, o almeno il proprio lessico per essere ascoltate. Giovane Cagliostro, prodotto da Richard Floyd, oltre che un omaggio al celebre alchimista imbroglione di cui porta il nome è soprattutto un inno scapigliato e allucinato alla decadenza, in cui tra citazioni, reiterazioni e calembour viene sviluppata un’eccentrica dialettica tra il “vero” e il “possibile verosimile”, che richiama in chiave retrofuturistica e pop-apocalittica, il “Dualismo” di Arrigo Boito e le “Penombre” di Emilio Praga. Un’opera simbolista, non solo musicale, che celebra il tramonto degli idoli e della cultura Occidentale come un after party crepuscolare e scanzonato.